Che ancora spegni i sussulti, i tornei d'anime mentre corro, le ragazzine dalle scarpe sporche e le faccine pulite mentre il viso berbe si strugge nei profumi; le palle alte a metà campo ed i rigori battuti rasoterra; le mani che sfidano la birra dal colore ambrato ed il susseguirsi del tiro al fune di questa macchina "atta a computare"; i sogni sulle spiaggie vivide e nascoste del Cilento(Pollina) e le odissee cosentine del cinema comunal-pastorale; i vezzi pasoliniani e gli aperitivi decameroniani; le zizze naftalose di MTV, quelle oleoabbronzate delle professoresse di matematica ed i capezzoli turgidi degli algoritmi lineari; new york a settembre, a parigi natale e il maggio berlinese; i declivi a spiare la piana, le coppole dell'anima e i compromessi da caramelle "rossana".
Spegni ogni mio tardo motivo, il candore di questa mia complessità: non il cancro maligno della "shaped box" di cobbeiniana memoria, ma malinconia da cameretta, vegetale e non carnale, nuvola (rapida?) e non pozzanghera oleosa.
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