lunedì 31 gennaio 2005
Viscere alla brace ( 8 )
Avremmo parlato di Corsica, di pappagalli, aliscafi, sabbia e maquis: avresti messo in risalto il tuo lato francese, quello che ti nasce dai capelli, evita il naso, rimbalza ai tuoi fianchi, ti carezza i piedi e fa rosa la pianta; il tuo lato francese, quello che riposa ancora in questo letto, quello che ti sbalzò quando ascoltasti per la prima volta La Guerra di Piero.
Si, perchè Brassens io l'avevo già ascoltato.
Si, perchè sandalavi a Firenze quando i Pearl Jam erano a Verona e lì il tuo amore a cannammozze.
Si, perchè io di suore mai neanche a sentirne parlare.
Si, perchè non sei solitaria (ma triste e finale).
domenica 30 gennaio 2005
comment this
porto poi seriamente. baci a tutti in questa domenica che mi sono svegliato alle due ah ah.
Domeniche
Sono uomo d'azione, io.
Me le ricordo, le domeniche che per me erano fino a poco meno di un anno fa risvegli romani pigri e coccolosi, con le ossa che dolevano per la posizione di nanna non proprio comoda, il suo calore vicino e i suoi capelli in bocca.
Fatico, stento.
Ma dimentico.
Non ho più voci e parole in testa, solo sensazioni, colori sfocati.
Tra un pò farò doccia, mi vestirò,rassetterò casa, bucato.
Poi esco.
Aria, c'è bisogno di aria fresca in queste domeniche di fine gennaio, che sembrano risucchiarti come trappole color metallo, con il sottile aroma del caffè che vaga per strada.
Me le ricordo, certa altre domeniche.
Ma non ci casco più.
IN ALTRE NIUS:
la mia fase 4 è in fase di debole ripresa, continuamente in reset e restart.
Oggi dovrebbe essere uno di quei giorni di reset.
Vedremo.
Buona domenica, passata a casa ad aspettare
tanto il telefono non squilla più
e il tuo ragazzo ha preso il volo
Buona domenica, tanto tua madre non capisce
continua a dirti " Ma non esci mai ? Perché non provi a divertirti "
Buona domenica, quando misuri la tua stanza
finestra, letto e la tua radio che
continua a dirti che è domenica
Ciao, ciao domenica, passata a piangere sui libri
tanto lo sai che non t'interroga e poi è domani che ti frega
Ciao, ciao buona domenica davanti alla televisione
con quegli idioti che ti guardano e che continuano a giocare
Ciao, ciao domenica, e tua sorella parla parla
con quello sguardo da imbecille, poi apre la porta la domenica
Ciao, ciao domenica, passata ad ascoltare dischi
meno ti cerca e più ci stai a pensare
e questo tu lo chiami amore
Ciao, ciao domenica, madonna non finisce mai
sono le sei c'è ancora il sole fuori, nessuno a cui telefonare
Ciao, ciao domenica, il tuo ragazzo non ti chiama
tristezza nera nello stomaco, e in testa voglia di morire
Ma non morire di domenica, in questo giorno da buttare
tutto va bene, guarda pure il sole aspetta ancora una domenica...
giovedì 27 gennaio 2005
Fuori fa un freddo che tra poco
Ciao, fratello.
Mio fratello è figlio unico
perché non ha mai trovato il coraggio
di operarsi al fegato
e non ha mai pagato per fare l'amore
e non ha mai vinto un premio aziendale
e non ha mai viaggiato in seconda classe
sul rapido Taranto - Ancona
e non ha mai criticato un film
senza mai prima vederlo
mio fratello è figlio unico
perché è convinto che Chinaglia
non può passare al Frosinone
perché è convinto che nell'amaro benedettino
non sta il segreto della felicità
perché è convinto che anche chi non legge Freud
può vivere cent'anni
perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati
malpagati e frustrati
mio fratello è figlio unico
sfruttato represso calpestato odiato
e ti amo Mario
mio fratello è figlio unico
deriso frustrato picchiato derubato
e ti amo Mario
mio fratello è figlio unico
dimagrito declassato sottomesso disgregato
e ti amo Mario
mio fratello è figlio unico
frustrato derubato sottomesso
e ti amo Mario
mio fratello è figlio unico
deriso declassato frustrato dimagrito
e ti amo Mario
mio fratello è figlio unico
malpagato derubato deriso disgregato
e ti amo Mario
lunedì 24 gennaio 2005
God is a Deejay
Ho deciso che ogni tanto, se mi imbatto in qualche gruppetto nuovo, o in qualche sound particolare, posterò il link qui.
Per esempio ho scovato questo gruppo, mi sembrano abbastanza forti, il sound è potente e nello stesso tempo melodico.Era da un pò che non ascoltavo roba così.Try on and say what you think.
sabato 22 gennaio 2005
Bandierine...
Un altro piccolo sforzo, un altro paese e facciamo un girone dei Mondiali.
venerdì 21 gennaio 2005
giovedì 20 gennaio 2005
Regarde-moi
A voi, che credete di essere sani.
A voi, che ci giudicate.
A voi, che credete di essere nel giusto.
A voi, che ci criticate.
A voi, che cercate di chiudere il nostro pensiero in una gabbia di pregiudizi.
Guardateci negli occhi.
E se avessimo ragione noi?
lunedì 17 gennaio 2005
Viscere alla brace (6)
( )
--- Quienes Marzia ? ---
) (
Uno sfogo da newsletter, un anticorpo al conflitto fra sesso e castità.
Caro Magone, noi propendiamo per quest'ultima: quando mediti di onde su ciottoli anche tu aneli codesto; e la spuma si intorbida, si fa solida e ti agghiaccia i piedi.
e guarda caso ora un Vasco distruttivo passa alla radio perchè dovevo chiudere questo post pensando che se andassi guarderei un futuro che non avr ò
domenica 16 gennaio 2005
Il peso della Scienza
Io toccherò i luoghi e le persone tristi, e diverranno più belli. E sorriderò a tutti.
sabato 15 gennaio 2005
Non sono ancora le dieci...
Ero nel camerone con tutti gli altri, fumavo il loro fumo, rintuzzavo i loro commenti allo stato della mia faccia e dei miei capelli, leggevo qualche pagina di un libro su san Francesco che buttava i soldi dalla finestra e arringava le cornacchie di Bevagna, andavo a dare un’occhiata oltre le sbarre alla prima luce di una mattina piovosa, e pensavo che quando un paese si riduce alla barbarie con un innumerevole concorso interno ed esterno, è quasi un privilegio starsene in galera.
Sono rientrato, ho spazzato e lavato il mio poco pavimento, ho cambiato le lenzuola, ho ricostruito le pile di libri, ho fatto il caffè e la doccia, e non sono ancora le dieci.
Adriano Sofri.
Never give up, Brotha
Uno scoppio.Ecco cosa si provava ad essere sparati.Uno scoppio sordo, tipo palloncino che si rompe dentro al torace.Nessun dolore particolare.Glielo avevano detto , ma tra le parole e i fatti corre un fiume di dubbi.Era caduto così, senza fare rumore, afflosciandosi sul suo fianco destro.La fatica di respirare si fece largo subito.Pneumotorace.Il pensiero corse subito alle persone più care.Voglio ricordarmele tutte fece.Era stato avvertito, era una missione rossa, quelle da cui è difficile uscirne indenni.Sperava in qualche osso rotto, in qualche ferita profonda.Sparato non lo immaginava.Pum.E tu giù.Ultima missione.Capolinea, si scende.Tirò un grande sospiro, si girò rantolando.Aveva ancora quella bella lama ricurva nascosta dietro la cintura dei pantaloni, legata con un sottile laccio.Un braccio dietro la schiena e zac, gola tagliata.Ultima risorsa nei corpo a corpo.Sleale, ma quando in gioco c'è il tuo culetto, tutto è leale.Altro respirone.Gli passarono in mente le immagini dell'ultima ragazza che aveva baciato.Si ricordò del sapore delle sue labbra, dell'odore della sua pelle.Rimase immobile.Passi.
Una gola a portata di lama.
ZAC.
Affondò fino a trovare la delicata resistenza della trachea.Un getto di liquido caldo lo investì in pieno volto.Carotide, of course.
Strisciò a lungo lungo il vicolo, rasente i muri, e vide il cadavere di quello che doveva essere il suo assassino torcersi e portarsi le mani alla gola, emettendo dei gorgoglii simili a grugniti.Strisciò ancora, non ce la faceva proprio a mettersi in piedi.Neanche un giubetto antiproiettile, quel pezzente dello Stato gli dava.HUMINT, era classificato.Procacciatore di informazioni, quelle teste di cazzo del ministero non sapevano quanto era difficile procurarsele, quelle informazioni.Riuscì a fare un lungo respiro, tossì, si rimise in piedi.Arrancò per circa 200 metri, coperto dall'oscurità di quei vicoli.Sanguinava abbondantemente.Una vampata calda gli pervase il volto.Shock emorragico, pensò.Bene,andiamo bene.Arrivò sulla banchina del porto.
Caracollò fino a un peschereccio in rimessaggio.Si sedette sulle assi piene di salsedine.Estrasse il cellulare.Fece un lungo numero.CODE IN gli rispose una voce femminile.
1881773 gemette.
OK."Ala nera ferito.Recupero.Porto, peschereccio Stella Maris, Molo 12.Presto.Unità medica richiesta", urlò.
Buio.
La sensazione della sua testa che ondeggiava.
Poi nulla.
Era così che si moriva?
mercoledì 12 gennaio 2005
lunedì 10 gennaio 2005
Viscere alla brace (4)
Il paradosso del Grande Mentitore è un sogno di vento.
Quando finge, il Grande Mentitore, fa sogni d'acqua, distese di acqua salina su ciottoli neri, simboli di placente a venire: vuol dire, secondo noi esegeti, che Lui si crogiola in un bagno di infingimenti e di inutili capriole su ventri accoglienti.
Poi basta un'ombra torbida e scura , un alone di alito su quel vetro su cui riflette lungo[arni,mari],alberi penduli da declivi collinari, su cui innesta case di vetro, basta questo alone e si rinfocola un turbine d'aria al centro del petto e di notte scatarra via questo sogno di tramontana sui pini di passo potame, intravisto da bambino accucciato nel sedile posteriore della macchina...
sabato 8 gennaio 2005
A rush of blood to the little head
Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
Non è colpa mia.Non ci riesco.E' come quando il ghepardo sente l'odore del sangue: vede rosso, si sente una rabbia turbinargli fra i denti, sente il vento della savana soffiargli nel cuore.Sente i muscoli tendersi come corde, si indurisce ed è pronto a colpire.Chi mi conosce sa che il mio cuore è pieno di buone cose, ma non ci riesco.
Ah, ghepardo fa rima con bastardo.Ecco il perchè.
Viscere alla brace (3)
"Certo che è difficile non confondere i piani: una mattina gelida prentàl da una parte e dall'altra le palme, il giallo del campanile sulo sfondo del cielo sgombro,i fiori gialli in Gennaio e gli ozi di mare che sono uguali in tutte le città di mare"
Interessante....
"Grazie. E poi sporgersi...sporgersi e sapere che i refusi gorgoglianti della mente pur superando la Corsica non potranno mai ricadere come fall-out sull'oceano. Possono attraversare il mare ed inzupparsi di salsedine e di pensieri di naufraghi, ma non farsi anestetizzare dal fruscìo degli uomini sulla terra."
E ciò le provoca dolore?
"Mah...Come diceva quel poeta? "La speranza di pure vederti non mi abbandonava" "
Buona Resurrezione, allora, signor Discantautore...
venerdì 7 gennaio 2005
Viscere alla brace (2)
giovedì 6 gennaio 2005
Viscere alla brace (1)
Chiamano la polfer e fermano l'addetto.
La polfer, nella persona di una ragazza bionda con la pelle aggrinzata, mi chiede se voglio fare una denuncia o,almeno, un esposto...il capotreno preme per questa soluzione.
Io ringrazio tutti, perchè altrimenti avrei dovuto rifar documenti e bancomat, ma rinuncio a fare esposti o denuncie..."io sono cresciuto ascoltando de andrè " dico alle lore bocche attonite.
a montpellier
e a montpellier ti danno la sola se vai a cercare un po' di nero in piazza. che poi non e' una piazza ma una "esplanade", come dicono qui. ed in codesta esplanade ci stanno i ragazzetti algerini che ti danno come detto la sola e nella bustina di plastica trasparente che contiene le sigarette ti ci mettono della terra che tu te ne accorgi solo una volta arrivato a casa. e montpellier e' comunque sia garbata e gentile, con pochi fronzoli e con molto coloro. e magari la tesi la verro' a fare qui non si sa mai.
un bacio a tutti da montpellier e a presto e un duemila5 sereno vi auguro.
sabato 1 gennaio 2005
Messaggio agli Italiani
questo 2004 è stato un anno difficile, pieno di imprevisti e cambiamenti.NOI siamo riusciti a superare tutto, comprese le cose più dure.NOI siamo riusciti a cambiare.Ci è costato sangue e sudore, e d a volte le scelte che abbiamo fatto non sono state buone per tutti.Abbiamo perso delle persone per strada,altre ne abbiamo incontrate.Volti vecchi e volti nuovi.Per tutti c'è stata una parola di addio o di benvenuto.IL nostro compito è stato quello di trasmettere emozioni,pianti, sorrisi e quant'altro da queste pagine che altro non sono che una serie di 0 e 1.Alcuni sono apparsi e poi scomparsi, altri sono onnipresenti.Ma tutti, e dico tutti, hanno messo a disposizione un pezzo del loro tempo e del loro cuore per riuscire ad interessarvi almeno un pò.
Grazie e voi e grazie anche a noi.Si perchè a noi grazie non ce lo dice nessuno.
Un augurio di un 2005 pieno di pace, serenità, soldi e figa(tanta minchia per le ragazze).