e forse non lo so. forse ho solo bisogno di sentirmi rinchiuso in un demon box. forse ho solo bisogno di sapere dove non andare. con tutti questi rumori che mi intasano in cervello ad ogni ora del giorno e della notte. tutte queste cazzo di macchine automatiche che puliscono le strade sempre e sempre e sempre. sia che sia via panicale sia che sia via san lorenzo. a qualsiasi ora, loro puliscono le strade dove io abito. strade dove passano milioni di gente a tutte le ore. e forse è solo una metafora della mia vita. pulire l'impulibile. e, forse, ho solo bisogno di una coccinella.
io che spedisco fiori e poi non ricevo risposta. un pò come con giovanna la svizzera, milioni di anni fa. e le rose riconsegnatemi buttate nel cassonetto giusto vicino casa sua e, cordialmente, vaffanculo. solo che allora avevo vent'anni ed ora ne ho trentadue quasi ventitrè. ops, trentatrè. solo che allora sapevo che sarebbe venuto qualcosa dopo, mentre ora forse no. mentre io seguo il mio istinto come sempre. a costo di avere nulla in tasca, a costo di perderci qualcosa, a costo di morire. mentre frequento mio malgrado venticinquenni pieni di se e pieni di vita e pieni di niente. tipo quello il cui il padre fà l'agricoltore. il mio faceva il professore. particolari. poveri loro che non lo sanno. con le loro movenze da telefilm e le loro qualità di cartapesta. mentre io rifuggo situazioni che fanno male alla mia vita e che l'accorciano. mentre mi rendo tristemente e stoicamente conto che il tempo o, se preferisci, la vita, sta passando ed io che non voglio, nel cuore del mio cuore, nel profondo del mio cuore, essere uno spettatore ma bensì un protagonista. io che mi rendo conto, io che capisco, io che ho provato quasi tutto e quasi ogni gente che conosco. io che mi sento come se potessi, ma invece no. io che.
fi, 4 aprile 2011.
martedì 5 aprile 2011
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