Roger de Rabutin sulla onestà aveva idee chiare anche se limitate: "onesto è l'uomo educato e che sa vivere".
Nei secoli medievali "onestà" ha significato sovente qualcosa di più interessante e impegnativo.
Come in Dante: "Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quando altrui saluta..." e "Dico e affermo che la donna di cui io mi innamorai appresso lo primo amore fu la bellissima e onestissima figlia de lo imperadore dell'universo a la quale Pitagora pose il nome di Filosofia" (Convivio ).
La onestà non è una virtù ben analizzata e definita come la temperanza, la fortezza, la saggezza e la giustizia.
L'onestà è una qualità positiva ma ibrida della persona che deve fare i conti con la società e le sue norme e
trovare con queste una sintonia che risulti evidente anche agli osservatori.
venerdì 19 marzo 2004
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