martedì 14 settembre 2004

Il fantastico mondo di Ameliò.

L'altra sera sono andato a vedere il nuovo film di Gianni Amelio, le chiavi di casa, presentato a Venezia e che ha suscitato polemiche solo perchè non ha avuto il Leone o una menzione speciale.
Il film racconta la stroia di un giovane uomo - interpretato da Kim Rossi Stuart - che ha sempre rifiutato di conoscere suo figlio disabile, oramai quindicenne. Tuttavia, decide di accompagnarlo a far terapia a Berlino; lì si conoscono e scatta il legame padre figlio.
Nell'ultima scena, viaggiando in macchina in Norvegia, ascoltano una canzone di Vasco Rossi, Io No; io pensavo al lieto fine e alla solita storia.
Invece no; il papà permette al figlio di mettere le mani sul volante,lui ne approfitta e inizia a strombazzare e a muovere il volante da far quasi sbandare la macchina, nonostante gli avvertimenti del padre (prima teneri, poi via via quasi autoritari)il quale, dopo un pò,esasperato, fa uscire la macchina fuori strada e si ferma (tranquilli era un docile prato).
Esce dalla macchina, si siede su un pietrone che è sulla riva di un laghetto norvegese ed inizia a piangere mentre il figlio lo consola.
Io ho pensato a mio padre, a cosa penserebbe ora di me e se anche lui avrebbe portato la macchina fuoristrada.
Mi è piaciuto il film di Amelio. Mi è piaciuto uscire dalla sala nel tramonto di piazza della Libertà.

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