lunedì 21 febbraio 2005

Come?E'già lunedì?

Roberto si toccò i capelli,umidi di quella specie di gel che li teneva insieme in una forma indefinita.Con le mani si strizzò gli occhi, umidi anche questi.Niente da fare, non passava.Quella sensazione di peso sul petto, un misto fra il dolore per una perdita e l'assenza, una sorta di pietrone che ti si poggiava lì, fermo, a mozzarti il fiato.
Era l'amore?Un'altra volta?
Se lo era scordato, quel sapore lì.Non sapeva distinguere, come quando uno si scotta la lingua e non riesce a capire se il vino è buono o sa-di-tappo-è-uno-schifo.
Ne aveva persa un'altra.E' proprio vero che del valore delle persone uno se ne accorge quando oramai sono andate.Ma lui non poteva, proprio non poteva.Non che non volesse, per carità.Ma non poteva.Perchè forse non era sicuro di poter dare come sapeva, perchè la fiducia l'aveva persa, anche in sè stesso.Perchè.
Non riusciva a darsi una risposta, sentiva solo lo scricchiolio dei denti che si serravano un'altra volta.Doveva indurirsi nuovamente.Ancora ed ancora.E forza.E dai.E su.
Il pensiero di lei che sorrideva ad un altro.
Nausea.
E sapeva che si sarebbe ancora dovuto accontentare di scopate stupide su scopate stupide, per avere un pò di calore umano.
Per scambiarsi pelle, ossa e menti, ancora poi riprendersele al mattino, tornando con quel freddo dentro che nessuno sapeva tranne lui.
E si sarebbe indurito ancora.E lo spazio ai sentimentalismi si sarebbe ridotto ulteriormente.
E avrebbe scritto ancora, per raccontarsi storie.
Per continuare a vivere, attraverso i personaggi che raccontava e che lo raccontavano.
E avrebbe vissuto passioni di cartapesa, che la prima pioggia avrebbe spazzato via con la leggerezza del maestrale, quello mattutino, tipico delle zone di mare.
Chè anche lui aveva i suoi buchi, e cercava di riempirli come poteva. A volte avrebbe preferito di alllargarli quei buchi, fino a esserne dilaniato.Per vedere come andava a finire.Per vedere se davvero non si moriva per certe cose.
Poi ripensava e si diceva nononono-non-può-essere.
NO.
E allora si induriva.
Scopate di plastica.
E giù.
E vai.
E su.
E forza.

Avolteneanchelamusicatiguariscenenachesecibuttigiùduemilatonnellatedialcolnonononomiraccomandorobertononricominciare.
E niente.
E ricominciava.

PoverocuorediRoberto.
Strappato fatto a pezzi dilaniato.
Roberto, che non riusciva a essere sincero fino in fondo.
E bugie.
E vai.
E su.
E forza.
E altre scopate di plastica.

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