sabato 28 agosto 2004

Rise Again, Son.


Il corpo giaceva lì, nella polvere.La sua vista era desolante, l'uniforme sporca di terra, il viso annerito dalle esplosioni del suo fucile mitragliatore.AK-47, fabbricazione russa, ripulitura europea.Gli scarponi erano oramai laceri, straziati come del resto tutto il corpo dalle schegge dell'esplosione.
Le labbra erano protese in avanti, come se l'ultima sua espressione fosse stata quella di baciare qualcuno, forse la fidanzata o la madre, o chissà chi.
Gli occhi, opachi oramai, erano fissi su un punto qualsiasi, per terra.
Mi avvicinai, scattai 3 foto con la mia macchina digitale,avevo la linea per mandarle in agenzia tra 2 ore. 3 foto, 200 euro in più sulla busta paga che sarebbe arrivata a mia moglie a fine mese.Chissà se le avrebbero messe accanto alla cifra in neretto sotto la voce bonus.
Nel frattempo, un veicolo della Mezzaluna Rossa mi sfreccia affianco, seguito da un pick-up con a bordo dei miliziani.Ho addosso il giubetto di tela PRESS che copre quello antiproiettile sotto.Un ottimo affare, roba israeliana.Leggero, tutto kevlar.Accarezzo anche la pistola che ho dentro la tasca dei miei pantaloni americani con i tasconi.Anche questa israeliana.Tutto per 200$, giubetto e pistola.
Meglio andare, la gente del posto odia i cadaveri bruciacchiati di miliziano accostati a fotografi occidentali.

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