domenica 29 febbraio 2004

melodrammi for dummies

ed è stupida malinconia cronica questsa che ci prende? quesa che non ci fa capire e vedere. è forse questo il melodrammatico? mi si perdoni il trasporto.

ma il brasile a cui penso io è quello delle ballerine del carnevale coloratissimo che quello si. e tutto passa in secondo piano anche la povertà che alla fine non esiste. ed il brasile delle favellas e dei rootwiler che non muoiono manco se gli spari. e fieri come pochi si rialzano e combattono.

un pò come fa, con le debite proportzioni il mio gatto.

che se gli lancio la pallina in un certo modo lo vedi che si mette in posizione di attesa rannicchiato e poi come un fulmine va. ed altre volte il mio gatto si fa prendere da strani raptus. dicono sia normale. io, non avendo mai vissuto con animali, lo trovo alquanto strano.

ma magari tutto sta rinchiuso in quei raptus contro chi o chissà quale ombra.

ed è forse questo essere melodrammatici? immancabilmete si.

ma melodrammatici come django reinhartd con le sue due dita in meno e con la chitarra in pugno a picchiare forte mentre new york è esattamente propriamente lì. il central park è a giusto due minuti di cammino. melodrammatici come reinhartd che chiede ancora da bere e non glielo vogliono dare. e lui tra i fumi dell'alcol e quelli del locale continua a picchiare semrpe più forte. e senza due dita non tutti ce la farebbero.

(breve storia di django)

1911 django era uno zinghero. veniva da parigi. fino all'età di vent'anni non ha mai dormito in una casa vera. a otto anni comincia a srimpellare e nell'adolescenza perde due dita della mano sinistra, l'anulare e il mignolo, sul lavoro. non fa nulla. tipo rootwiller continua lo stesso e poi entra nella leggenda quando va in america negli anni trenta e sbanca. in francia aveva formato un gruppo cn fratello e cugino e amici ed erano in cinque. il cinquetto dell' hot club, se non erro. il primo europeo a suonare vero jazz in america quindi. comincia a suonare dapperuttto. si dice che una sera a new york ci fu una specie di jam session che sfociò in una sfida tra lui e altre tre. e le due dita di differenza non contarono. si dice che dopo che gli altri tre mollarono, django reinhardt continuava tranqullamente a cambiare tonalità e genere come nulla fosse. un pò stoicamente e sicuramente melodrammaticamente.
1944 muore in usa per un cancro. era un fattone e la cosa curiosa è che il suo migliore amico, l'unica persona di cui si fidava, era una persona nettissima. nettezza. e cercava sempre, fallendo, di portarlo sulla retta via. ma i demoni non li puoi controllare.

e magari poi i gatti li rivaluti pure. ma alla fine no ed è meglio il cane migliore amico uomo. eppoi inutile nascondersi dietro un dito. per me gatto uguale supermercato. capita. shit happens.

oggi mentre mi mettevo un paio di pantaloni mi sono reso conto di essere davvero dimagrito. non come quando ti senti sempre uguale addosso e gli altri giù a dirti ma sei dimagrito, no?

sto studianto fisica e scienza delle costruzioni in codesti giorni. e mi rendo conto che a volte ci capisto tutto tutto ed altre volte non capisco proprio un cazzo di nulla. un pò come con la vita, no?
un'ultima cosa...
su quel ccommento sulle banche del tempo ecc ecc ho letto questo:


due ore di architetto, che poi loro ti potranno restituire con 3 minuti di idraulico o 20 minuti di avvocato o un ciao detto da un medico o un respiro di un ingegnere.


quindi l'equazione dovrebbe essere questa... due ore di lavoro di un architetto equivalgono a "un ciao detto da un medico o un respiro di un ingegnere"... quindi il lavoro di un arch è valutato meno. ora... o qualcuno la smette di fare facile ironia del cazzo oppure il blog se lo continua da solo... voglio delle scuse. con affetto. Un Architetto

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