domenica 11 luglio 2004

Davvero, Dal Profondo.

Mallory uscì frettolosamente dal portone di casa sua, quasi stesse fuggendo.Sotto il braccio teneva stretta una cartelletta di cartone rosso plastificato, come se lì dentro ci fossero i piani per la distruzione del mondo o la formula segreta della Coca-Cola.Procedette per la strada con passo veloce, facendo risuonare le sue scarpette basse sull'asfalto secco.Dall'altro lato della strada c'era una automobile che la attendeva, con il motore acceso.Poteva essere una grossa berlina giapponese, di colore scuro.
Partì a velocità sostenuta.Mallory nel tragitto non parlò mai con il conducente, un ragazzotto bruno, dai lineamenti grossolani.Arrivati dopo circa un'ora di strade alberate e pezzi di tangenziale, parcheggiarono l'auto sotto un grosso edificio grigio, con le vetrate a specchio.All'entrata, un usciere fece un cenno con la testa.In ascensore, Mallory continuò a dondolare le ginocchia ritmicamente, per impazienza, combattendo contro la sua immobilità.Entrò in ufficio di corsa, accese il suo pc e si tolse le scarpe, levandosele con un calcio.
Subito un messaggio lampeggiò sul suo schermo:"You have 1 new message".
Prese la cartellina, attivò la sua webcam, si spogliò completamente, avviò il programma di videomail,si posizionò sulla sua poltrona di pelle nera.
Prese la cartellina, tirò fuori un foglio e se lo pose sulla pancia, a coprire il pelo folto del pube.
Sul foglio vi era una scritta, fatta con pazienza e pennarelli colorati "Per Bob, il mio eroe in Africa" e un piccolo fonendoscopio stilizzato che puntava verso il suo seno.
Dall'altra parte del mondo, il Dott. Bob Mould si sarebbe fatto una sega, pensando a sua moglie che lo attendeva veramente con ansia dall'altra parte del mondo, e avrebbe baciato il suo cellulare satellitare, spedendo quel bacio nello spazio.

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