Arwen è seduta a gambe incrociate su un divano verde, chiude gli occhi e manda via l’unica luce che illumina la stanza, quella del lampione sul lungofiume : il soggiorno è buio. Non sente alcun rumore. Immagina di sentire il fiume. Inizia i suoi esercizi di respirazione e subito ha la percezione fisica del contrarsi del suo costato, vede con gli occhi chiusi la sagoma delle costole solcarle la pelle mentre tira su forte con il respiro. Il ramingo le aveva baciato ogni solco fra le costole, la prima volta che avevano fatto l’amore, quando lei tratteneva il respiro per l’imbarazzo di essere nuda. Si concentra sul respiro e sente i piedi freddi. Cerca di accompagnare con dolcezza le immagini che salgono su, via via che inspira ed espira. Prova a non combatterle. Le accarezza.
Si accorge di serrare le palpebre sugli occhi quando inspira. Fa passare un pò di penombra quando espira.
Ascolta il fruscìo delle palpebre sugli occhi. Fruscìo, rusciu. Altre immagini. Cosenza. La sera in cui alla confluenza dei fiumi una ragazza con i capelli rossi sospesa fra gli alberi cantava, per quelli che come loro andavano ad assistere ad una rappresentazione delle Invasioni, lu rusciu de lu mare. Erano rimasti incantati, la melodia si incanalava tra l’aria umida, una terza fonte di confluenza oltre ai due fiumi.
La conoscevano entrambi quella canzone, ne avevano parlato, avevano sottilizzato. Arwen aveva due amiche a Lecce; era stata giorni a girovagare per il Salento con loro. La storia di un amore impossibile, secondo Arwen; per il ramingo una canzone che sfugge a qualsiasi interpretazione, come sfuggono ad ogni interpretazione le favole, che nessuno può possedere, che trascendono i sensi attuali, che nessun vj di MTV può rivendere come sottoprodotto culturale; un verso lo faceva impazzire : “lu rusciu de lu mare è troppo forte, la figlia de lu re se va la morte” . Lo aveva detto ad Arwen, le aveva detto che immaginava questa principessa di fronte una decisione importantissima, questa principessa in preda a dubbi devastanti che cerca conforto nel respiro del mare. Ma il fruscìo del mare le esaspera i dubbi e l’unica via d’uscita è, forse, la morte.
Il ramingo sapeva che non era questo il senso della canzone, ma a lui piaceva così.
Lu rusciu de lu mare.
Ora Arwen ha gli occhi aperti, seduta a gambe incrociate sul divano, non inspira e non espira. Il fruscio dei suoi pensieri è troppo forte. Arwen si alza, prende una sigaretta, apre la finestra, accende la sigaretta.
mercoledì 22 novembre 2006
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