martedì 8 febbraio 2005

SEMPRE SU GENNAIO

e mentre il tempo sembra lo domino io. e domino io su casa mia dove passa un sacco di gente come al solito. e domino in un certo qual modo io nelle strade freddissime di firenze. con le mani che si congelano che sono senza guanti che i miei li ho regalati a L cinque minuti prima di lasciare casa mia per la stazione.

e fare l'amore sapendo che dopo poche ore lei parte e non ritorna. non si sa. e si guarda l'orologio quando sono le cinque e mezza di mattina e la sveglia è alle otto. e non vi volete alzare manco per un cazzo. non ti va per nulla di separarti da lei e di buttarti nel freddo gelido per poi dividervi alla stazione con tutto quello che ne consegue.

e V, il padre di C, mi chiede perchè non vado con loro domani a bologna a vedere la fiera dell'arte contemporanea ed io li a rispondere che no grazie ho avuto un mesetto pesante ed ancora non è finito che forse ho passato lo scritto di scienza. e gli ho anche accennato della fuga a roma e lui mi ha sorriso e capito. senza doppi sensi e senza farmi elogi che non merito. forse l'unico commento che non mi ha infastidito sul fatto L.

ed avere freddo da tremare in questo fine gennaio duemilacinque. che mi vesto a strati per non sentire freddo. che mi dice sempre il padre di C che questo è il periodo più difficile della mia vita. ed in effetti sembra che lui sappia. ne deve avere passate. e quindi dall'alto della sua esperienza mi dice di non fare cazzate e di pensarci bene. ed io impasto cemento. impasto cemento e non mi voglio decidere a laurearmi. impasto cemento e vado a casa di P che si partecipa ad un concorso. macino cemento e L mi manda un sms dalla romania dove chiede se il suo ragazzo italiano sente la mancanza di lei e se sta bene. e mio malgrado poi rispondo dal cellulare di M che il mio è perennemente senza credito.

ed io che in fondo vorrei solo che K rintracciasse D in qualche modo e che gli chiedesse di sposarlo.

e scrivere tantissimo in questo gelido gennaio che sta oramai per finire. scrivere in media una volta al giorno. ascoltare rhubarb di aphex e rilassarmi. fissare il cornicione di un palazzo da sotto, con il cielo azzurro pieno come sfondo. mentre aspetto L che sta guardando delle cartoline. preferisce quelle in bianco e nero ed adora fontana di trevi. guardo il cielo che è blu e si staglia sul profilo del cornicione e penso alla mia vita. mi accorgo della piena luce, non fatico a respirare. il cuore passa pari. roma tutto in torno. poi rivolgo lo sguardo su di lei e lei ricambia.

firezne 3.41 sabatro 29 gennaio 2005

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