giovedì 18gennaio2007
essere quasi più felice che della laurea.
che i gradini sono finiti. quei gradini di quella scala di cui mi parlava mio padre. un gradino per ogni anno scolastico. a cominciare dalla prima elementare. e mio padre spiegava ed io che avevo cinque anni. il tempo che passa. spiegava a suo figlio la strada da imboccare, la strada giusta. e la strada, spiegava giosuè, spesso è in salita perchè non ti regala niente nessuno. mi diceva ed io immaginavo la scala che c'è per salire per andare da nonna che era anche l'unica scala che conoscevo. la ricostruivo mentalmente come ora, investita da una luce blue klein che affievoliva sulle pareti. ed ascoltavo giosuè dirmi che scuola veniva dopo le elementari e cosa c'era alla fine delle medie. e poi un gradino dopo l'altro si saliva ed il l'ho sempre immaginata come. con i primi tre gradini che fanno angolo e con le alzate di venti centimetri. mica facili da fare. e si potrebbe dire che io da quella scala ci sono anche caduto a capitombolo una volta ma questa è un'altra storia. e della scala di mio padre me ne ricordavo sempre alla fine di ogni anno scolastico e poi anche dopo ogni esame all'università. che poi alla fine delle scale ci sarebbe stata la laurea. solo che nella vita poi gli esami non finiscono mai ed allora solo oggi con il nome di architetto preso, mi sento davvero al colmo della scala. non ci sono più gradini. solo io che ora sono architetto e domattina alle otto andrò in studio a lavorare. la mia vita che prende forma.
e volevo qui ringraziare quel giosuè di allora e di ora che mi ha indicato la retta via e che, anche se quel giorno non me lo disse, mi è stato sempre accanto, ancora avevo bisogno.
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