firenze lun 15 genn 06
ed io che perdo tempo dietro come diavolo si chiama. casta. nel senso di albero genealogico. e vattelappesca. mentre io perdo tempo dietro lei dietro quella bella come un fiore e imprigionata nella provicialità di san l. che lasciamo perdere va.
sarà che cerco cose immense. sarà che non mi accontento della scopata di una volta perchè oramai mi sono rotto. perchè oramai sto cercando quello che i wild horses could rape me away.
mentre mi vedo che sono un pò cambiato. cresciuto. forse un pò disilluso ma conscio del fatto che il tempo passa ed io volglio fare tutto. voglio lavorare ed andare poi in america per il grande salto. voglio stare tranquillo e trovare una che non mi faccia impazzire sistematicamente ma una cosa ok. unlike a paranoid android. vogliopassare l'esame di stato di dopodomani pur non avendo approfondito le mie conoscenze dell'architettura.
e mi piacerebbe si mi piacerebbe. sedermi li di fronte la commissione e strafatto di caffeina cominciare a dire le mie ragioni sulla materia. che ripeto, mi scuso, non ho potuto rinfrescare dato il poco tempo concessomi dallo studio martini. perchè sapete, cari professori, che a me dell'architettura interessa tutto. ed è strano perchè non è una cosa che è nata con me. non mi sono mai interessato veramente di architettura fino agli anni dell'università. ricordo vagamente la regia di caserta ed pochissimo, paradosso anzichenò, firenze vista in gita. che quei giorni si osservavano altre bellezze in giro per strade non sapevo avessero nomi così belli. ma questa è un'altra storia. l'architettura è entrata un pò per scommessa. come quando da bambino vedi una cosa ed cominci a farne lentamente la conoscenza. la guardi, la tocchi, la senti. e non sai se lasciar perdere dopo un pò, però bello cavolo, o continuare a giocare. ed ho scommesso di giocare. di divertirmi. perchè l'architettura è una cosa bella sicuramente. e d'un tratto ho capito che forse il segreto di tutto è custodito nel partenone e nelle piramidi come anche nelle piste di atterraggio di kuala lumpur. l'architettura ci fa comunicare con dio. e non solo quando louis kanh dipinge sculture che da sole ti riempiono ma anche quando vado a calcolare la portata di un solaio, gioco con la finita precisione del cad. che poi ci saltano su dei bambini.
e vorrei qui ringraziare il genio di neutra e di wright e di tutti coloro che fanno delle mani il mezzo, migliore che esista.
ma magari podo l'esame di dopodomani. e dopo.
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